Novella di Tomaso e del notaio

Novella appartenente a: I Diporti - Diporti 8

Rubrica

Tomaso promette venticinque ducati a uno notaro, che lo consiglia come dee fare per non restituire alcuni denari mal tolti, e poscia dal notaro ricercato de i venticinque ducati, contra di lui si prevale del consiglio che contra gli altri egli dato gli aveva.

Incipit

Fu già nella gentile e ricca città di Brescia un giovane detto per nome Tomaso de’ Tomasi, casato nobile e antico di essa città.

Explicit

Il quale bisognò che in pazienza la si togliesse, non volendo, manifestando quello che era, accusar se stesso e dimostrarsi egli stesso più degno di pena e di castigo che Tomaso non era.

Bibliografia

 

Narratore

Alessandro Colombo

Trama

A Brescia il giovane Tomaso de’ Tomasi rimane orfano e in breve tempo sperpera tutta la sua eredità. Rimastigli solo una casa in città e un piccolo podere nei pressi, decide di vendere tutto e andarsene. Imbroglia però alcuni gentiluomini: si fa dare la caparra da ognuno all’insaputa degli altri, chiedendo di mantenere il silenzio sulla compravendita, per poi concludere l’affare con uno soltanto. Viene però scoperto e incarcerato. Non volendo restituire nemmeno un centesimo e riacquistare comunque la libertà, chiede l’aiuto di un notaio di sua conoscenza, Faletro, con il quale ordisce un inganno ai danni della giustizia: Tomaso infatti vuole fingersi pazzo. In cambio di 25 ducati, il notaio assicura all’amico di impegnarsi a farlo uscire di prigione senza perdere i soldi estorti con l’imbroglio. Gli consiglia però di non esagerare nel comportarsi da pazzo, per non destare sospetti: dovrà limitarsi a rispondere a ogni domanda con il “gesto della fica”. Grazie all’intervento di Faletro, Tomaso ha l’occasione di comparire davanti al podestà e di mettere in atto il piano: considerato davvero pazzo, viene liberato senza dover sborsare denaro. Quando Faletro va a riscuotere i ducati promessigli, Tomaso gli risponde come aveva fatto con il podestà, ossia con fischi e gestacci. Il notaio è costretto a rinunciare al denaro, perché non può ricorrere alla giustizia senza svelare di essere stato complice di Tomaso. In questo modo l’ingannatore viene ingannato.

Personaggi principali

Tomaso de' Tomasi (nobile), Faletro (notaio), gentiluomo, podestà

Ambientazione

Brescia (città), prigione, tribunale, casa di Tomaso (casa)

Datazione dell'ambientazione

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Generi

esempio, novella comica

Prologo

In difesa delle donne, Colombo intende narrare una novella che dimostra che anche gli uomini sono inclini all’inganno. Così Lambertini, tenendo a mente gli imbrogli continuamente messi in atto dal genere maschile, si guarderà dallo scagliarsi contro le donne, i cui sbagli sono di minore entità e più facili da perdonare. Colombo precisa che la sua novella non è di materia amorosa, ma è comunque degna di essere ascoltata.

Epilogo

Tutti sono soddisfatti per l’inganno subito dal notaio. Il narratore aggiunge che molti dei suoi simili meriterebbero di ricevere in dono un pezzo di fune per impiccarsi piuttosto che essere soltanto privati di venticinque ducati.

Autore: Girolamo Parabosco

DBI: Ghirlanda D. - Collarile L., "Parabosco, Girolamo", vol. 81 (2014)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1550 ca.

Luogo di produzione: Venezia

Lingua: volgare

Temi:

furto, beffa, conflitto fisico collettivo, arricchimento, arricchimento attivo, punizione, astuzia, amicizia, amicizia maschile, tradimento in amicizia

A cura di: Flavia Palma