La novella di Bazzo de Piero Anselmuzzo

Novella appartenente a: Novelle porretane - Porretane 13

Rubrica

Bazzo de Piero Anselmuzo, essendo grande tempo non s'era confessato, se confessa; e per essere caduto nel vizio contra natura il confessore nol vuole absolvere e lui il minacia; poi per paura de essere batuto diventa piacevole e umano.

Incipit

Le vostre Magnificenzie, nobilissima compagnia, debbeno sapere che quando andai a Parise per satisfare a uno mio desiderio, come alcuni de vui se ponno recordare, in camino, come accade, presso Lione, citate del re di Franza, presi domesticheza cum uno fiorentino chiamato Bazzo de Piero Anselmuzo, uomo più che vedesse mai solacevole e compagnone e gran tempo, secundo il dire suo, stato marinaro: la quale cosa credo fusse vera, perché era uomo più tosto scandoloso che non e di poca conscienzia, com'è natura de artifici marini.

Explicit

— Per sequire il nostro piacere, io ve voglio brevemente uno piacevole effecto contare che ora ne la mente me viene, quantunque non sia al proposito del narrato per il nostro Saliceto —. E incominciò in questa forma a dire.

 

Narratore

Jacobo da Saliceto

Trama

In viaggio verso Parigi, una volta giunto a Lione, Jacobo Saliceto conosce un marinaio fiorentino, Bazzo de Piero Anselmuzzo, che ospita a Bologna una volta rientrato in città. Avvicinandosi la quaresima, Jacobo convince Bazzo a confessare la propria omosessualità a un frate parmigiano della chiesa di San Paolo in Monte. Il frate decide tuttavia di non offrire l’assoluzione immediata a Jacobo il quale, minacciando il confessore con un coltello, rifiuta però di andarsene. Con la scusa di dover consultare un libro per risolvere il caso, il prete chiama a raccolta altri tre frati, i quali, impugnate a loro volta le armi, costringono Bazzo a fuggire. L’accaduto è raccontato a Roberto Caracciolo da Lecce, che lo inserisce nelle sue prediche.

Personaggi principali

Bazzo de Piero Anselmuzo (marinaio), frate, frate, Roberto Caracciolo da Lecce (frate), Jacobo da Saliceto (membro della brigata)

Ambientazione

Parigi (città), Lione (città), Bologna (città), Bologna (chiesa)

Datazione dell'ambientazione

1425 ca. - 1495 ca. - Passato prossimo

Generi

novella a lieto fine, racconto morale

Epilogo

Pietro Vespucci accusa amichevolmente Jacobo di infamare i fiorentini in quanto omossessuali, ma gli viene risposto che è piuttosto l’onore dei bolognesi a essere stato macchiato da una novella del Decameron (II, 7). Filippo Vitali prende dunque parola.

Autore: Giovanni Sabadino degli Arienti

DBI: Ghinassi G., "degli Arienti, Giovanni Sabadino", vol. 4 (1962)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1470 ca. - 1492 ca.

Luogo di produzione: Bologna

Lingua: volgare

Temi:

conflitto fisico, conflitto verbale, vendetta, punizione, viaggio, lussuria, amicizia maschile, eros

A cura di: Elena Niccolai