Novella di re Porco
Novella appartenente a: Le piacevoli notti, libro primo - Piacevoli notti primo libro II 1
Rubrica
Galeotto re di Anglia ha un figliuolo nato porco, il quale tre volte si marita, e posta giú la pelle porcina e divenuto un bellissimo giovane, fu chiamato re Porco.
Incipit
Quanto l'uomo, graziose donne, sia tenuto al suo creatore che egli uomo e non animale brutto l'abbia al mondo creato, non è lingua sí tersa né sí faconda, che in mille anni a sofficienza il potesse isprimere. Però mi soviene una favola a' tempi nostri avvenuta di uno che nacque porco, e poscia divenuto bellissimo giovene, da tutti re Porco fu chiamato
Explicit
Il re Galeotto veggendo aver sí fatto figliuolo e di lui figliuoli, depose la diadema e il manto regale, e in suo luogo con grandissimo trionfo fu coronato il figliuolo, il quale chiamato re Porco, con molto sodisfacimento di tutto il popolo resse il regno; e con Meldina, sua diletta moglie, lungo tempo felicissimamente visse.
Narratore
Issabella [Isabella]
Trama
Galeotto, re di Inghilterra, ha un figlio che, per l'incantesimo di una fata, nasce con aspetto e comportamento di maiale. Cresciuto, il figlio-maiale vuole una moglie. La prima sposa acconsente con riluttanza e medita di ucciderlo. Il giovane se ne accorge e la uccide nel sonno; lo stesso capita con la seconda. La terza, che è la sorella minore delle due precedenti, è buona e gentile con lui. Il ragazzo-maiale le rivela che può diventare un uomo, deponendo la pelle di maiale. I due hanno un figlio. La sposa rivela ai genitori del maiale il segreto della pelle. Il padre gliela nasconde e la distrugge, così il giovane smette di essere un maiale. Il padre lo nomina re.
Personaggi principali
Galeotto (re), re Porco (re), Meldina (moglie), sorella, madre
Ambientazione
Anglia [Inghilterra] (regno), Ongaria [Ungheria] (regno), castello
Datazione dell'ambientazione
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Generi
fiaba
Prologo
"Finita l'amorosa canzone, Issabella, a cui per sorte aveva toccato il primo luogo della seconda notte, lietamente al favoleggiare diede principio così dicendo."
Epilogo
La brigata ride della novella; la Signora impone a Issabella di dire il suo enigma:
Vorrei che tu mi desti, o mio signore,
quel che non hai né sei per aver mai,
s'avesti andar al mondo con tuo onore
mill'anni e più di vita ancor assai.
E se tu 'l pensi aver, vivi in errore,
e come cieco per strada vai.
Ma se, come mi mostri, il mio ben vuoi,
damel, non tardar più, ché dar mel puoi.
Si tratta del marito. Risolto l'enigma da Issabella, Fiordiana, a cui tocca raccontare, propone che al suo posto racconti una novella il Molino, faceto narratore.
Sezioni poetiche
| Forma incipit | Metrica | Note |
|---|---|---|
| Vorrei che tu mi desti, o mio signore, | ottava | ABABABCC |
| Tre cose ho già sentite raccontare | ottava | ABABABCC - risposta che la moglie di re Porco dà alla regina |
Autore: Giovan Francesco Straparola da Caravaggio
DBI: Pirovano D., "Straparola, Giovanni Francesco", vol. 94 (2019)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1551
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
premio, magia, coraggio, gratitudine, relazione genitori/figli, fedeltà in amore, gratitudine in amore, ingratitudine in amore, matrimonio
A cura di: Sandra Carapezza