Novella di Travaglino
Novella appartenente a: Le piacevoli notti, libro primo - Piacevoli notti primo libro III 5
Rubrica
Isotta, moglie di Lucaferro di Albani da Bergomo, credendo con astuzia gabbare Travaglino, vaccaro di Emiliano suo fratello, per farlo parer buggiardo, perde il poder del marito, e torna a casa con la testa d'un toro dalle corna dorate tutta vergognata.
Incipit
Tanta è la forza della infalibile veritá, che secondo che manifesta la divina scrittura, piú facil cosa sarebbe che il cielo e la terra finisse che la veritá mancasse.
Explicit
Onde, per aver Travaglino detta la veritá, fu tenuto uomo veridico e di buona estimazione, ed Emiliano restò vittorioso del podere, e Lucaferro cornuto, e la ribalda Isotta, che credeva altrui gabbare, gabbata e vergognata rimase.
Narratore
Eritrea
Trama
Due fratelli, Emiliano e Lucaferro, ereditano ciascuno un podere. Emiliano nel suo podere tiene un toro a cui è molto affezionato tanto che gli ha fatto dipingere le corna d'oro; ha un servo, Travaglino, molto leale e accorto; quando il fratello è con lui, spesso Emiliano lo lascia solo per parlare con Travaglino. Lucaferro offeso si impegna a dimostrare che Travaglino è bugiardo; i due si giocano il podere in questa sfida. La moglie di Lucaferro va a trovare Travagliano e lo seduce, chiedendo in cambio di sé il toro. Travaglino uccide il toro e giace con la moglie di Lucaferro. Travaglino medita di mentire al padrone a proposito del toro, ma infine si convince a dire la verità. Lucaferro perde la scommessa e rimane cornuto.
Personaggi principali
Emilano (fratello), Lucaferro (fratello), Travaglino (servo), Isotta (moglie)
Ambientazione
Bergamo (città), Pedrènch [Pedrengo] (campagna), Ghorèm [Gorle] (campagna)
Datazione dell'ambientazione
Passato prossimo
Generi
novella comica, racconto morale
Prologo
"La Signora ad Eritrea impose che l'ordine seguisse. La quale arrossita come mattutina rosa la sua favola così incominciò".
Epilogo
La brigata biasima la disonestà di Isotta; Eritrea propone il suo enigma:
Un capo veggio star per mezzo il cullo
e star il cullo a suo bel agio in terra.
Una ch'ha forza più d'un forte mullo
sta cheta e 'l capo con le due l'afferra.
Duo che la guardan ne prendon trastullo
e 'l capo ognor più presso se gli serra.
Dieci, chi su chi giù, poi la zamberla:
è bella cosa certo da vederla.
Spiega l'enigma: un uomo che sta seduto dietro a una vacca e la munge.
Finita la sera, la Signora ordina alla compagnia di riposare e tornare l'indomani.
Sezioni poetiche
| Forma incipit | Metrica | Note |
|---|---|---|
| Un capo veggio star per mezzo il cullo | ottava | ABABABCC |
Autore: Giovan Francesco Straparola da Caravaggio
DBI: Pirovano D., "Straparola, Giovanni Francesco", vol. 94 (2019)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1551
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
beffa, vendetta, impoverimento, giustizia, invidia, lussuria, lealtà, relazione gerarchica signore/domestico, relazione fratello/sorella, tradimento all'interno di rapporti di parentela, eros, matrimonio, tradimento in amore
A cura di: Sandra Carapezza