Novella del servo Scaltro
Novella appartenente a: I Diporti - Diporti 9
Rubrica
Scaltro, servo di messer Giuvenale, con una bellissima astuzia inganna un negromante, con la moglie del quale, senza che ella se n’aveda, in persona di lui si solazza.
Incipit
Dico adunque che in Reggio, città fertilissima e giocondissima, fu già un gentiluomo piemontese, quinci per la guerra venutone con la moglie, che sola aveva e ancor fresca donna, e con quel migliore che delle sue facultà aveva potuto raccogliere, ad abitare.
Explicit
Fu da la moglie aitato, ma non guari stette che per infiniti rispetti doppo, e temendo esserne mostrato a dito, si partì di Reggio.
Bibliografia
Narratore
Bartolomeo Vitturi
Trama
A Reggio Emilia vive un gentiluomo, Giuvenale, che, pur essendo vecchio, si crede bellissimo e in grado di conquistare qualsiasi donna. Invaghitosi di una cortigiana, spende molto denaro per lei. Inutilmente il suo astuto servo, Scaltro, lo mette in guardia: anche lui si era innamorato della stessa donna, ma non era riuscito ad averla perché troppo povero. Era persino ricorso a un negromante, Nebbia, che si era preso gioco di lui. Scaltro decide così di beffare sia il padrone sia il negromante. Recatosi da quest’ultimo, gli rivela di sapere che è un truffatore e gli propone di architettare un piano per ingannare Giuvenale e dividersi il malloppo. Gli chiede di preparare un trucco con una testa di morto, spiegando che può trovarne una in una cassa di legno collocata sul sagrato di una chiesa. Il negromante accetta di recuperare la testa la notte seguente: Scaltro chiede a una sua conoscente di prestare a Nebbia i suoi abiti, affinché questi possa vestirsi da donna e non dare nell’occhio. Intanto Scaltro fa nascondere Giuvenale nella cassa, spiegandogli che il negromante può far comparire la sua amata soltanto lì; gli raccomanda poi di tenere stratta la donna non appena la vedrà. Venuta la notte, Nebbia si reca alla chiesa e apre la cassa vestito con abiti femminili. Giuvenale, credendolo la cortigiana, lo afferra e il negromante lo crede un diavolo. Scaltro, che sta assistendo divertito alla scena, fa intervenire quattro amici incappucciati, che portano via Nebbia e terrorizzano Giuvenale, venendo scambiati per diavoli. Il vecchio fugge, promettendo a Dio di lasciar perdere la cortigiana. Scaltro, vestito con gli abiti del negromante, va poi a casa di quest’ultimo e giace con sua moglie, che non si accorge dello scambio di persona. Poco dopo se ne va e Nebbia fa il suo ritorno. La moglie gli chiede come mai sia ora vestito da donna, essendosene appena andato all’improvviso. Il negromante capisce di essere stato beffato e, per la vergogna, se ne va da Reggio.
Personaggi principali
Scaltro (servo), Giuvenale (vecchio), Nebbia (mago), moglie di Nebbia (moglie), prostituta, complice di Scaltro (donna), amici di Scaltro (amico)
Ambientazione
Reggio Emilia (città), sagrato (chiesa), casa di Nebbia (casa)
Datazione dell'ambientazione
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Generi
novella comica
Prologo
Vitturi racconterà una “picciola novelletta” incentrata sull’astuta beffa di un servo: quest’ultima è particolarmente piacevole poiché ha come vittima una persona vile.
Epilogo
I gentiluomini ridono della punizione impartita a Nebbia e lodano l’astuzia di Scaltro.
Autore: Girolamo Parabosco
DBI: Ghirlanda D. - Collarile L., "Parabosco, Girolamo", vol. 81 (2014)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1550 ca.
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
beffa, travestimento, conflitto fisico, conflitto fisico individuale, vendetta, scambio di persona, travestimento, punizione, magia, dabbenaggine, lussuria, superbia, astuzia, relazione gerarchica signore/domestico
A cura di: Flavia Palma