Novella di maestro Stefano ed Emilia
Novella appartenente a: I Diporti - Diporti 3
Rubrica
Un frate s’innamora d’una gentildonna e lo amor suo le richiede, ed ella a suo marito ogni cosa manifesta, ond’egli una vergogna solennissima gli apparecchia, della quale non solamente il frate si diffende con maravigliosa prontezza, ma grandissimo onore ne riporta.
Incipit
In Arezzo, città della Toscana, fu già un frate dal piede di legno, il quale per essere predicatore era chiamato maestro Stefano.
Explicit
Ma non si lasciò più mai né lui né altro simile manigoldo porre il piede in casa.
Bibliografia
- Girolamo Parabosco, Novellieri minori del Cinquecento. G. Parabosco - S. Erizzo, a cura di Giuseppe Gigli, Fausto Nicolini, Bari, Laterza, 1912.
Narratore
Pietro Aretino
Trama
Ad Arezzo un frate, maestro Stefano, si innamora di Emilia, una bellissima giovane sposata con Girolamo de’ Brendali, amico del religioso. Un giorno Stefano decide di rivelare all’amata i suoi sentimenti per sedurla, approfittando del fatto che ne è il confessore. La giovane finge di tenere il frate sulle spine, per poi rivelare quanto accaduto al marito, al quale è fedele. L’uomo escogita un piano per rimettere in riga il frate: dice a Emilia di invitarlo una notte a casa, fingendo che lui sia via. La giovane mette in atto il piano: all’arrivo di Stefano, la donna lo porta in camera da letto e lo esorta a spogliarsi. Quando questi ha addosso ormai solo la camicia, Girolamo, che sta spiando tutta la scena con un complice, finge di tornare a casa all’improvviso. Emilia fa nascondere il frate in un forziere, in cui il religioso trascorre la notte intera, mentre i due sposi se la spassano. Il mattino seguente Girolamo ordina ad alcuni servitori di portare in chiesa il forziere, dicendo che è stato il frate a dare l’ordine. È domenica, per cui l’edificio è pieno di fedeli, che osservano stupiti il forziere e si chiedono che fine abbia fatto il frate. Ad un tratto, uno dei presenti decide di aprire il coperchio della cassa e al suo interno trova Stefano. Questi, con prontezza di spirito, esce dalla sua prigione e spiega ai fedeli che ha voluto celebrare in quel modo la ricorrenza religiosa, ossia la “domenica di Lazzaro”, offrendo alla comunità una viva rappresentazione dell’episodio evangelico. Nella sua predica raccomanda poi ai fedeli di non peccare e soprattutto di non tentare le mogli altrui. Tutti credono nella bontà del frate, mentre Girolamo e l’amico apprezzano la prontezza e l’astuzia dell’uomo. Girolamo in particolare si accontenta della vendetta presa e si guarderà bene in futuro dall’accogliere altri frati in casa sua.
Personaggi principali
maestro Stefano (frate), Emilia (moglie), Girolamo de' Brendali (marito), amico di Girolamo (amico), fedele, servitori di Girolamo (servitore)
Ambientazione
Arezzo (città), camera di Emilia (camera), chiesa
Datazione dell'ambientazione
Passato prossimo
Generi
novella comica
Prologo
Aretino afferma che narrerà una vicenda accaduta da poco nella sua patria. Essa non solo è piacevole, ma anche utile, perché dimostra quanto sia dannoso frequentare i frati. La novella ha lo scopo di far nascere un dibattito relativo alla natura di questi ultimi: Aretino ritiene che essi non siano tanto onesti quanto gli ingenui credono ed esorta coloro che non sono della sua stessa opinione a fare molta attenzione al suo racconto.
Epilogo
Molin osserva che, se Aretino avesse voluto davvero intavolare una discussione sui frati, avrebbe dovuto parlarne meglio. Afferma poi di non volersi esprimere a riguardo.
Autore: Girolamo Parabosco
DBI: Ghirlanda D. - Collarile L., "Parabosco, Girolamo", vol. 81 (2014)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1550 ca.
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
conflitti uomo/donna, beffa, conflitto fisico individuale, astuzia, lussuria, astuzia, lealtà, amicizia, corteggiamento, fedeltà in amore, matrimonio
A cura di: Flavia Palma