Novella degli amanti e dei lebbrosi
Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 31
Dedicatario
Eleonora d'Aragona
DBI: P. Messina, "Eleonora d'Aragona, duchessa di Ferrara", DBI, vol. 42 (1993)
Rubrica
Una coppia de ligiadri amante se fuggono per loro amore in matrimonio convertire; da subita tempestate ismarrite se abbatteno tra uno spitale de lazari, e ivi da' lazari occiso l'amante, la giovene supra 'l corpo de quello voluntaria se occide.
Incipit
Se de le cose prospere e ioconde, ornate de facecie e de iocose piacevelizze, la natura se ne rallegra [...].
Explicit
[...] sequerò appresso con un altro caso tanto difforme dal racontato, quanto l'uno sempre lacrimando se deve leggere, e l'altro con continue rise serà insino a la fine da trapassare.
Manoscritti
Bibliografia
- Mario Fubini, L'arte di Masuccio Salernitano, in Studi sulla letteratura del Rinascimento, Firenze, La Nuova Italia, 1971.
Contributori: Mario Fubini
Narratore
Masuccio Salernitano
Trama
Il signore di Cundì e Jannes de Bruscie, nobili cavalieri del ducato di Lorena, sono legati da lunga amicizia e familiarità. Succede così che i loro bellissimi figli, Martina e Loisi, finiscono per innamorarsi. Quando Loisi chiede la mano di Martina, gli viene però rifiutata ed è stabilito che i due giovani smettano di vedersi. Martina manda allora un messo a Loisi chiedendogli di rapirla: gli innamorati intendono sposarsi e mettere il padre della ragazza davanti al fatto compiuto. Loisi, accompagnato da venti giovani, fa così fuggire Martina. Sulla strada la comitiva è però sorpresa da un violentissimo temporale, che la disperde. Loisi e Martina, rimasti soli, trovano riparo in un ricovero di lebbrosi: uno di questi, notata immediatamente la bellezza di Martina, brama di possederla. Con la complicità di un altro ammalato, attira quindi Loisi nella stalla e lo uccide. I due lebbrosi si stanno per avventare su Martina, straziata, ma la giovane chiede di poter vedere e baciare un'ultima volta Loisi. Riesce così a sottrarre dal corpo dell'amato una daga con la quale si dà la morte. I lebbrosi, delusi, seppelliscono i cadaveri dei poveri amanti. La morte dei giovani provoca una guerra tra i loro genitori, che si conclude quando un lebbroso racconta come si sono svolti i fatti. Le famiglie recuperano così i corpi di Martina e Loisi e (dopo aver dato fuoco al ricovero dei lebbrosi) li riuniscono in un unico sepolcro contrassegnato da un pietoso epigramma.
Personaggi principali
Loisi (giovane), Martina (giovane), malato, signore di Cundì (cavaliere), Jannes de Bruscie (cavaliere)
Ambientazione
Nancy (città)
Datazione dell'ambientazione
Generi
cronaca
Prologo
Dopo una riflessione generale sulle differenti impressioni suscitate dai racconti piacevoli e dell'infelicità altrui, Masuccio indirizza la novella alla dedicataria, la quale si distingue per la sua pietà e potrà quindi versare lacrime che saranno di conforto per le tristi anime dei due amanti protagonisti della narrazione.
Epilogo
Masuccio spiega come il caso dei due poveri amanti abbia convertito in lui la compassione per la loro sorte in odio per i lebbrosi. Introduce quindi la novella seguente.
Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano
DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476? ca.
Luogo di produzione: Napoli
Lingua: volgareTemi:
malattia, omicidio, suicidio, guerra, malattia, maltempo, amore
A cura di: Michel Cattaneo