Novella della madre di M.

Novella appartenente a: Novellae - Morlini 2

Rubrica

De matre quae vivum filium ad sepelliendum misit

Incipit

Pauperrima quaedam anus, unicum filium ac domi pro tota suppellectili et divitiarum copia optimi quoddam vini dolium habes, quod vini dolium (quoniam fortasse potatrix et, mos est vetularum, vinolenta erat) aeque ac filium adamabat, quodam die mane cum surrexerit, cumque ad templum migrasset, et ad sacra orgia colenda venerandaque ut consueverat advolasset, filium pro domus custodia reliquit.

Explicit

Novella indicat loqui non semper tutum, silere tutissimum esse, innocentiamque plaerumque excusandam.

 

Trama

Una donna poverissima e con la passione per il vino conserva come unico suo bene una botte di buon vino. Un giorno, uscendo per andare in chiesa, incarica il figlio di badare alla botte. Il figlio, M., preso da gran sete per tentare di spillare il vino dalla botte ne stacca una doga, provocando l'inarrestabile fuoriuscita del liquido. All'arrivo, la donna intende mandare in malora il figlio, come è andato in malora il vino. Lo avvolge in un sudario e ne fa i funerali. Durante il corteo funebre passa un uomo al quale M. doveva una moneta e si lamenta perché non la rivedrà più. M. solleva la testa e dice all'uomo che avrebbe dovuto riscuotere il credito fintanto che lui era vivo, non ora che è morto. I facchini sentendolo parlare scappano per lo spavento. M. se ne torna a casa avvolto nel sudario e la madre si placa.

Personaggi principali

madre, M. (buffone), facchino

Ambientazione

città

Datazione dell'ambientazione

XIII sec. - XVI sec.

Generi

novella comica

Epilogo

La novella insegna che è meglio tacere e che bisogna scusare la semplicità.

Autore: Girolamo Morlini

DBI: Pignatti F., "Morlini, Girolamo", vol. 77 (2012)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1520

Luogo di produzione: Napoli

Lingua: latino

Temi:

punizione, incontinenza, relazione genitori/figli

A cura di: Sandra Carapezza