Novella del gambero
Novella appartenente a: I Diporti - Diporti 17
Rubrica
Camilla, giovane semplice, da una disgrazia accadutale prende occasione e astutamente alla madre marito dimanda.
Incipit
Fu adunque in Milano una vedova di onesta famiglia, alla quale solamente del morto marito restata era una figliuola, ancora che di molti parti avuto n’avesse.
Explicit
Laonde nacque quel motto, che talor si suol dire quando si vuol significare ad alcun che egli abbia desiderio di qualche cosa: «Tu ti dei sentire andare i gambari per la cavagna».
Narratore
Anton Giacomo Corso
Trama
A Milano vive una gentildonna vedova, che ha soltanto una figlia, Camilla, la quale è piuttosto sempliciotta. Un giorno, mentre si trova in campagna con la madre e alcune amiche, la ragazza decide di fare il bagno nuda in una fonte. Un gambero le si infila tra le gambe e le entra nel corpo attraverso i genitali; la giovane non riesce a fare uscire l’animale e chiede aiuto alla madre, che contatta un medico di sua conoscenza. Questi spiega che l’unico modo per curare Camilla è farle avere un rapporto sessuale; consiglia così alla vedova di ricorrere al contadino Bertoldo, il quale, pur essendo bello, è estremamente sciocco, per cui non costituirà una minaccia per la reputazione della ragazza. Il piano del medico viene messo in atto: Camilla riesce a liberarsi del gambero, anche se Bertoldo non è molto soddisfatto della conclusione della vicenda, tanto stretta è stata la presa dell’animaletto. Dopo qualche tempo, Camilla, stimolata dal rapporto con Bertoldo, torna piangendo dalla madre, dicendole di essere convinta che il gambero abbia deposto delle uova dentro di lei: devono essere nati numerosi gamberetti tanto è il tormento che la assilla. Domanda perciò di essere aiutata. La madre, accortasi della semplicità della figlia e della natura degli stimoli che la assillano, la consola e organizza ben presto il suo matrimonio con un bel giovanotto, che riesce a soddisfarla. Da questa vicenda è nato il motto «Tu ti dei sentire andare i gambari per la cavagna», usato per indicare un forte desiderio.
Personaggi principali
Camilla (giovane), madre, medico, amico, Bertoldo (contadino), marito di Camilla (giovane)
Ambientazione
Milano (città), villa in campagna (campagna), fonte
Datazione dell'ambientazione
Passato prossimo
Generi
novella comica, novella erotica
Prologo
Il Corso spiega che racconterà una vicenda avvenuta da pochi mesi a Milano, narratagli un paio di giorni prima. La novella è incentrata su una “astuta semplicità” e illustrerà l’origine di un “volgar proverbio” molto usato in Lombardia: “Io mi sento andare i gamberi per la cavagna”.
Epilogo
Zorzi si chiede se il “volgar proverbio” citato dal Corso debba essere considerato un motto o un proverbio a tutti gli effetti. Da questa osservazione prende avvio una lunga discussione relativa ai motti.
Autore: Girolamo Parabosco
DBI: Ghirlanda D. - Collarile L., "Parabosco, Girolamo", vol. 81 (2014)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1550 ca.
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
motto, malattia, dabbenaggine, stupidità, ingegno, relazione genitori/figli, eros
A cura di: Flavia Palma