Novella di Lancillotto da Sam Pollonier e di Silvano de Alexandria
Novella appartenente a: Novelle porretane - Porretane 51
Rubrica
Miser Lancilotto, cavaliero bertano, mena a casa sua per domestichezza Silvano de Alexandria. Lui volendo violare la moglie, quella poi, a confusione de Silvano, moralmente è vestita megia di brocato d'oro e megia de panno rusticale.
Incipit
Benché non abia, come vorei e sarebbe el mio desiderio, la italica lingua in mia balìa [...], ve voglio narrare uno morale effecto, sequito nelle nostre parte di Bertagna [...].
Explicit
E in questa forma graziosamente dixe.
Narratore
Francesco de Arcigna
Trama
Presso la corte del duca Francesco I di Bretagna giunge il gentiluomo lombardo Silvano de Alexandria. Di costui diviene amico il cavaliere Lancillotto da Sam Pollonier, che lo introduce in casa propria e lo presenta alla moglie che, secondo costume bretone, Silvano può baciare sulla bocca. Ciò provoca in lui un grande desiderio che Lancillotto subito intuisce. Il cavaliere escogita così di lasciare Silvano e la moglie soli in camera e di nascondersi in un locale sopra il soffitto della stanza dalla quale potrà spiarli attraverso uno spiraglio. Rimasto solo con la donna Silvano subito la stringe e tenta di insidiarla, benché lei si sottragga fermamente. Il gentiluomo abbandona poi la casa di Lancillotto, che, ricongiuntosi con l moglie, non fa parola di quanto ha visto. Avviene poi che presso il castello di Vense sia organizzato il matrimonio di una donna della corte ducale. Pe l'occasione Lancillotto fa confezionare alla moglie un abito la cui metà inferiore è in broccato d'oro, mentre quella superiore è in panno rustico. Alla sua vista la corte resta sorpresa e il duca Francesco non può fare a meno di interrogare Lancillotto in merito. Il cavaliere accusa allora pubblicamente Silvano per ila sua villania e spiega come il tessuto pregiato ricopra le parti del corpo che la donna è riuscita a preservare dall'amico traditore; quello povero le membra sulle quali l'uomo ha indebitamente allungato le mani. Lancillotto tenta infine di aggredire Silvano con un pugnale, ma viene fermato dalla corte. Il gentiluomo lombardo sarà costretto ad allontanarsi dalla corte e fare ritorno in Italia. Intanto il duca commenta il caso con un proverbio che mette in guardia sulle incognite date dal farsi nuovi amici.
Personaggi principali
Lancillotto da Sam Pollonier (cavaliere), Silvano de Alexandria (gentiluomo), moglie, Francesco I di Bretagna (duca), cortigiano
Ambientazione
Bretagna (nazione), camera, Vense (castello)
Datazione dell'ambientazione
Epilogo
Il detto del duca vien sottoscritto dalla brigata, alla quale la novella suscita considerazioni di ordine morale sull'amicizia e sul comportamento da tenere a corte. Prende dunque la parola Antonio di Paltroni che introduce una sua novella sempre legata a battaglie amorose.
Sezioni poetiche
| Forma incipit | Metrica | Note |
|---|---|---|
| Quant je ne congnoy le novel amy, | souvente foys il cont amy | Distico | Proverbio in rima proferito dal duca Francesco I. |
| Non cognoscendo ben l'amico novo, | a le volte cum damno amaro el provo. | Distico | Traduzione ad uso della brigata che il narratore fa del precedente proverbio francese in rima. |
Autore: Giovanni Sabadino degli Arienti
DBI: Ghinassi G., "degli Arienti, Giovanni Sabadino", vol. 4 (1962)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1470 - 1492 ca.
Luogo di produzione: Bologna
Lingua: volgareTemi:
motto, amicizia, tradimento in amicizia, eros
A cura di: Michel Cattaneo