Novella del Grasso legnaiuolo (vulgata)

Spicciolata - Novella spicciolata del Grasso legnaiuolo (vulgata)

Incipit

Nella città di Firenze e negli anni di Cristo mille quattrocento nove, trovandosi una domenica sera, come è usanza, una brigata di giovani a cena in casa d'uno gentile uomo di Firenze, il cui nome fu Tommaso Pecori, persona onorevole, da bene e solazevole e che volentieri si trovava in brigata, e abbiendo cenato e standosi al fuoco ragionando di molte e varie cose come in simili luoghi tra i compagnoni adiviene, disse uno di loro:

Explicit

Venendo poi il Grasso due volte a Firenze e da esso Filippo essendo domandato della cagione della sua partita, ordinatamente gli disse questa novella e per cagione di questa guardia invero s'era partito. Finis.

Manoscritti

Bibliografia

Stampe antiche di riferimento
  • anonimo, anonimo, Nouella del Grasso legnaiuolo.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo. Cosa molto piacevole, et ridiculosa., Firenze, Sotto il Corridore di Sua Altezza.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, alle Scalee di Badia.
    Note: S.a.: l'edizione è datata al sec. XVII in. Cfr. Procaccioli 1980: LI.
  • anonimo, anonimo, Novelle di varj autori con note, Milano, Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani.
    Note: Il testo è alle pp. 58-85. L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti e la notizia della versione poetica di Bartolomeo Davanzati. Cfr. Procaccioli 1990: LVI.
  • anonimo, anonimo, Novelle venti del Boccaccio, Napoli, Morano.
  • Giovanni Boccaccio, Il Decamerone di Messer Giovanni Bocchaccio nvovamente stampato con tre novelle aggiunte, Firenze, Philippo di giunta [Filippo Giunti], 1516.
    Note: Alla novella è premesso il seguente argomento: «Philipo di ser Brunellesco da aduedere al Grasso legnaiuolo, che egli sia diventato uno che ha nome Mattheo. Egli del crede, E messo in prigione doue uarij casi glinteruiene. Poi di quindi tratto ad casa di due frategli, et da un prete uisitato. Ultimamente seneua in Vngheria».
  • Giovanni Boccaccio, Il Decamerone de messer Giovanni Boccaccio nouamente stampato con tre nouelle aggiunte, Venezia, Augustino de Zanni da Porte [Agostino Zani], 1518.
    Note: Il testo alle cc. CXXr-CXXIv.
  • Giovanni Boccaccio, Il Decamerone di M. Giovanni Boccaccio nuovamente corretto con tre novelle aggiunte., Venezia, Aldo Romano; Andrea Asolano [Aldo Manuzio], 1522.
    Note: Il testo è a cc. 312v-317v.
  • Giovanni Boccaccio, Il Decamerone di M. Giovanni Boccaccio con la giunta di tre nouelle nuouamente ritrouate., Venezia, Bernardino de Viano de Lexona Vercelese [Bernardino Viani], 1525.
    Note: Il testo è a cc. 126r-128r.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, 1554.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, 1556.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, 1567.
  • anonimo, anonimo, Libro di novelle, et di bel parlar gentile. Nel qual si contengono Cento Nouelle altrauolta mandate fuori da Messer Carlo Gualteruzzi da Fano. Di nuovo ricorrette. Con aggiunta di quattro altre nel fine. Et con una dichiarazione d'alcune delle voci più antiche., Fiorenze, Giunti, 1572.
    Note: Il testo è a pp. 133-46. L'edizione è stata curata da V. Borghini, col quale la novella rifluì nella stampa del Novellino. Cfr. Procaccioli 1990: L.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, Giovanni Baleni, 1585.
  • anonimo, anonimo, Novella del grasso legnaiuolo. Cosa molto piaceuole e ridiculosa., Firenze, Zanobi Bisticci, 1603.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, Zanobi Pignoni, 1603.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, Stefano Fantucci Tosi, alle Scalee di Badia, 1616.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo, Firenze, 1616.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo. Cosa molto piacevole e ridicolosa, Firenze, Sermartelli, 1622.
  • anonimo, anonimo, Novella del Grasso legnaiuolo. Cosa molto piacevole e ridicolosa., Firenze, Sermartelli, 1623.
  • anonimo, anonimo, Libro di novelle e di bel parlar gentile. Nel qual si contengono Cento Novelle altra volta mandate fuori da Messer Carlo Gualteruzzi da Fano. Di nuovo ricorrette. Con aggiunta di quattro altre nel fine., Firenze, 1724.
    Note: La novella è a pp. 145-158. «Il curatore dell'edizione è rimasto sconosciuto dietro lo pseudonimo «Fidalgo Partenio». Un recensore anonimo del «Giornale de' letterati d'Italia», XXXVII (1725), pp. 468-70, sostenne che l'edizione era napoletana e non fiorentina» Procaccioli 1980: LII.; Contributori: Fidalgo Partenio (curatore)
  • anonimo, anonimo, Novella antica del grasso legnajuolo scritta in pura toscana favella ed ora ritrovata vera istoria da Domenico Maria Manni accademico fiorentino. E da esso illustrata, e coll'aiuto di buoni Testi emendata., Firenze, 1742.
    Note: L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti e la notizia della versione poetica di Bartolomeo Davanzati. Cfr Procaccioli 1990: LIII.
  • anonimo, anonimo, Del novelliero italiano. Volume quarto contenente novelle XXVIII., in «», Venezia, Giambattista Pasquali, 1754.
    Note: Il testo è alle pp. 293-310-.
  • anonimo, anonimo, Le veglie piacevoli ovvero notizie de' più bizzarri, e giocondi uomini toscani. Le quali possono servire di utile trattenimento, scritte da Domenico Maria Manni. Accademico etrusco., Venezia, Nel negozio Zatta, 1762.
    Note: Il testo è alle pp. 36-50. L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti e la notizia della versione poetica di Bartolomeo Davanzati. Cfr Procaccioli 1990: LIV
  • anonimo, anonimo, Novelle scelte dal Boccaccio, Londra, Nardini, 1802.
  • anonimo, anonimo, Libro di novelle e di bel parlar gentile nel quale si contengono cento novelle antiche con l'aggiunta di quattro più moderne. Sesta edizione, Torino, Davico e Picco, 1802.
    Note: Il testo è alle pp. 228-250.
  • anonimo, anonimo, Scelta di novelle de più eleganti scrittori italiani ad uso de' giovinetti, Milano, Francesco Fusi & C., 1812.
  • anonimo, anonimo, Novelle di alcuni autori fiorentini, Milano, Giovanni Silvestri, 1815.
    Note: Il testo è alle pp. 3-28.L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando lezioni e passi della redazione Manetti. Cfr Procaccioli 1990: LVII.
  • anonimo, anonimo, Novelle scelte dai più celebri autori italiani, Torino, Vedova Pomba, 1821.
  • anonimo, anonimo, Libro di novelle e di bel parlar gentile testo di lingua posto nuovamente a stampa con note per cura di G. Visocchi e S. Paolozzi, Dalla Stamperia di Salvatore de Marco, 1843.
    Note: Il testo è alle pp. 216-234.
  • anonimo, anonimo, Tesoro dei novellieri italiani scelti dal decimoterzo al decimonono secolo e pubblicati per cura di Giuseppe Zirardini, Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1847.
    Note: Il testo è alle pp. 389-396.
  • anonimo, anonimo, Raccolta di novellieri italiani. Novelle di alcuni autori fiorentini. Novelle di alcuni autori senesi., Torino, Cugini Pomba e Comp. editori, 1852.
    Note: Il testo della novella si legge alle pp. 7-18. L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti. Cfr. Procaccioli 1990: LIX.
  • anonimo, anonimo, Venti novelle di Giovanni Boccaccio e la novella del grasso legnajuolo annotate da Gabriele de Stefano, Napoli, Tipografia di Gaetano Sautto, 1853.
Edizioni di riferimento
  • Bartolomeo Davanzati, Novella di Matteo e del Grasso legnaiuolo, a cura di Paolo Procaccioli, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1987.
    Note: «Alle pp. 122-44, un'ed. della redazione vulgata sulla base del cod. Magliabechiano II. IV. 128» (Procaccioli 1990: LXIV)
Bibliografia critica
  • Antonio E. Quaglio, Tradizioni irregolari nella storia dei testi prosastici e prosimetri: esempi e avvertenze, in La critica del testo. Problemi di metodo ed esperienze di lavoro. Atti del convegno di Lecce, 22-26 ottobre 1984, Roma, Salerno, 1985, pp. 151-207.
Edizioni moderne
  • anonimo, anonimo, Osservazioni istoriche di Domenico Maria Manni accademico fiorentino sopra i sigilli antichi de' secoli bassi., Firenze, 1744.
    Note: Il testo è alle pp. 56-76. L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti e la notizia della versione poetica di Bartolomeo Davanzati. Cfr Procaccioli 1990: LIII.
  • anonimo, anonimo, Libro di novelle e di bel parlar gentile contenente cento novelle antiche. Servite di norma e di materia. Al Decamerone di Giovanni Boccaccio mandate fuori già da Carlo Gualteruzzi da Dano ora di nuovo con annotazioni di Domenico Maria Manni., Firenze, Giuseppe Vanni, 1782.
    Note: Il testo è alle pp. 248-278.L'edizione riproduce la redazione della vulgata aggregando passi della redazione Manetti e la notizia della versione poetica di Bartolomeo Davanzati. Cfr Procaccioli 1990: LV.
  • anonimo, anonimo, Novelle di alcuni autori fiorentini, [Londra] Livorno, Riccardo Bancker, 1795.
    Note: Il testo è alle pp. 23-49.
  • André Rochon, Une date importante dans l'histoire de la beffa: la nouvelle du Grasso legnaiuolo, in Formes et significations de la «beffa» dans la littérature italienne de la Renaissance, Parigi, Université de La Sorbonne Nouvelle, 1975, pp. 339-372.
  • Paolo Procaccioli, Novella del Grasso legnaiuolo (vulgata), in «La novella del Grasso legnaiuolo», Milano, Fondazione Pietro Bembo/ Ugo Guanda editore, 1990, pp. 79-97.

 

Narratore

anonimo

Trama

Nel 1409, durante un convito serale di una brillante brigata fiorentina adunatasi in casa di Tomaso Pecori, Filippo Brunelleschi decide di pianificare un’articolatissima beffa ai danni di uno dei partecipanti, Manetto Ammanatini, maestro di legname di circa ventotto anni, detto il Grasso, colpevole di risultare assente al convito «per qualche sua bizzaria». Il celebre architetto, complici vari aiutanti, fa credere al Grasso di avere assunto un’altra identità, quella di un certo Matteo Mannini. Recatosi presso la sua bottega poco prima dell’ora di chiusura, Filippo fa riportare da un fanciullo assoldato appositamente il falso annuncio della malattia della madre. Preoccupato, il Grasso propone all’amico di accompagnarlo ma quest’ultimo gli chiede di restare in bottega cosicché possa mandarlo a chiamare qualora avesse bisogno d’aiuto. Dopo avere atteso, Manetto si reca a casa propria che trova però serrata. Filippo — che è a conoscenza di un soggiorno temporaneo della madre di Manetto, monna Gianna, a Polverosa, dove la donna si reca per occuparsi del bucato — si è infatti intromesso nell’abitazione dell’amico dove inscena assieme a un compare una conversazione tra il Grasso e la madre. Incredulo, il Grasso tenta così di entrare in casa ma viene allontanato da chi, spacciandosi per lui dall’interno dell'abitazione, lo apostrofa col nome di Matteo. L’incredulità aumenta quando non viene riconosciuto nemmeno da Donatello, che, avvistatolo in piazza San Giovanni, gli si rivolge chiamandolo Matteo. Quest’ultimo, come scopre subito dopo Manetto, è ricercato per debiti tanto da finire imprigionato alla Mercanzia, nella persona del Grasso. La beffa procede col mancato riconoscimento, non soltanto da parte dei prigionieri e del notaio, ma anche da parte di Filippo Rucellai.Il caso vuole che durante il fermo, il Grasso, riconosciuto come Matteo dagli astanti, incontri un giudice, non menzionato per troppa fama, che, ascoltato lo strano caso e sempre più sicuro che si tratti di una beffa, lo convince che si tratta di un raro ma possibile scambio di personalità. A seguito del finto riscatto a carico dei due fratelli di Matteo, il Grasso viene condotto dai due in casa loro. Qui, persino il parroco, chiamato dai due fratelli ma ignaro dell’inganno, invita Matteo-Manetto a smettere di rivendicare un’altra identità. Drogato da Brunelleschi con dell’oppio fattogli assumere furtivamente a cena dai due fratelli, il Grasso si addormenta profondamente per poi risvegliarsi, il giorno successivo, nella sua casa originaria. Uscito di casa, il Grasso si reca presso la sua bottega dove incontra i due fratelli che gli chiedono di Matteo, che dal giorno prima sostiene di essere il Grasso. Scoperto così l’inganno, Manetto decide di seguire l’esempio del maestro Pellegrino delle Tarsie, ovvero di trasferirsi con lui in Ungheria dove riesce a fare fortuna.

Personaggi principali

prete, Filippo di ser Brunellesco [Filippo Brunelleschi] (membro della brigata), Tomaso Pecori [Tommaso di Iacopo di Dino di Giovanni de' Pecori] (membro della brigata), Manetto [Manetto di Iacopo Ammannatini] (membro della brigata), Giovanni di Messer Francesco Rucellai (membro della brigata), giudice, Giovanni di Messer Francesco Rucellai (membro della brigata), maestro Pellegrino delle Tarsie (artigiano), fratello, madre, mona Giovanna (madre), bambino, prigioniero, compare-comare, notaio, Matteo [Matteo Mannini] (cittadino)

Ambientazione

Firenze (città), Firenze (piazza), bottega, casa, camera, Polverosa (villaggio), Santa Liperata (chiesa), prigione, Bologna (città), Ungheria (nazione)

Datazione dell'ambientazione

1409

Generi

cronaca, novella comica

Epilogo

Il narratore conclude il testo informando il lettore che la novella fu raccontata direttamente da Manetto a Filippo Brunelleschi durante le due occasioni di rientro del Grasso a Firenze.

Autore: Anonimo

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1420 ca. - 1430 ca.

Luogo di produzione: Firenze

Lingua: volgare

Temi:

furto, beffa, conflitto verbale, arricchimento attivo, scambio di persona, dabbenaggine, avarizia, astuzia, ingegno, amicizia, com(p)are, relazione genitori/figli

A cura di: Elena Niccolai