Novella di Viola e dei tre amanti

Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 29

Dedicatario

Iacomo Azzaiolo

    Rubrica

    La Viola promette a tre suoi amanti in una medesma notte satisfare; va il primo e dal secundo gli è la preda interditta; il terzo anda ed è dal secundo beffizzato e proibito l'intrare; lui s'accorge de l'inganno e vede [non aver luoco] la forza; adopera l'ingegno e de l'uno e de l'altro si vendica, e, con greve danno del primo e del secundo, resta de tale preda ultimo possessore.

    Incipit

    Improprio e non conviniente serìa il mio operare [...].

    Explicit

    [...] lei medesma volse essere la missaggiera a dare con celerità al suo disiderio intero effetto

     

    Narratore

    Masuccio Salernitano

    Trama

    Viola, la giovane e bella moglie di un falegname, è attorniata di amanti. Approfittando dell'assenza del marito, la donna dà appuntamento nella stessa notte a tre di essi, un mercante genovese, un frate e il fabbro Mauro, facendo attenzione a invitare ciascuno a un orario diverso. Arriva per primo il genovese, portando dei capponi per cena. Mentre questi si intrattiene con Viola, presso la casa della donna sopraggiunge tuttavia il frate, in anticipo rispetto a quanto pattuito. Viola dà a credere al genovese si tratti di suo fratello e lo fa quindi nascondere fuori da una finestra, lasciandolo nudo al freddo. La donna riceve dunque il frate, che sembra non volersi congedare entro il tempo da lei previsto. A peggiorare la situazione, si presenta quindi il fabbro. Viola non mente sulla sua identità al frate, il quale decide così di farsi beffe di Mauro, che è sotto la pioggia in attesa di entrare: fingendosi Viola, il frate parla al fabbro attraverso l'uscio, dicendogli di non poter aprire perché il rumore della porta allarmerebbe il vicinato e invitandolo però a baciarla attraverso una fessura (in cui sporge, però, il proprio sedere). Mauro si accorge di cosa ha baciato e capisce che un altro amante di Viola vuole gabbarlo: recupera allora nella sua bottega un ferro rovente e, di ritorno alla porta della donna, lo conficca nell'ano del frate. Le urla richiamano i vicini e inducono il genovese, già infreddolito, a gettarsi dalla finestra tendando la fuga, rompendosi una gamba. Mauro soccorre e riporta a casa il genovese e il frate ustionato, e per salvare la reputazione di Viola racconta agli abitanti della contrada che il trambusto è stato causato da due suoi garzoni infortunati. In questo modo può infine tornare da Viola, cenare con i capponi del genovese e godere di lei.

    Personaggi principali

    marito, Viola (moglie), Mauro (fabbro), mercante, frate

    Ambientazione

    Napoli (città)

    Datazione dell'ambientazione

    Passato prossimo

    Generi

    cronaca

    Prologo

    Masuccio indirizza la novella al dedicatario sperando egli la riceva con diletto e che sia cagione di risa per lui e per gli ascoltatori.

    Epilogo

    Masuccio (non senza ironia) loda Viola per la sua prudenza. Passa poi a introdurre la novella successiva

    Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano

    DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)

    Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476/1477?

    Luogo di produzione: Napoli

    Lingua: volgare

    Temi:

    beffa, travestimento, conflitto fisico, ferimento, astuzia, lussuria, tradimento all'interno di rapporti di parentela, eros, infedeltà in amore

    A cura di: Michel Cattaneo