Novella di maestro Scotto

Novella appartenente a: Il Paradiso degli Alberti - Paradiso 2

Incipit

E mentre che queste cose diciensi [...] certi famigli a cavallo [...] dissero essere venuti in quell'ora il maestro Luigi Marsilii [...].

Explicit

[...] piacque al conte che lla cena s'aparecchiasse; e chiamato il suo siniscalco disse che prettamente fare lo dovesse; e così fatto fu sanza indugio.

Manoscritti

  • BRF, 1280

 

Narratore

Luigi Marsili

Trama

Eletto imperatore, Federico II organizza una grandiosa festa a Palermo. In tale occasione gli si presentano il maestro Michele Scotto e un suo compagno vestito alla maniera caldea. I due, che hanno goduto dei lunghi festeggiamenti, domandano al sovrano come possano contentarlo. Federico, quasi per scherzo, esprime il desiderio che venga rinfrescata l'aria dal caldo. Il maestro invece acconsente e si scatena una violenta tempesta che spaventa tutti gli astanti. Federico ordina che la pioggia si interrompa e così avviene. In cambio, l'imperatore si offre di soddisfare ogni richiesta di Scotto e del compagno. I due chiedono e ottengono venga messo al loro servizio come campione uno dei baroni di Federico, che individuano nel cavalier ventottenne Ulfo. Insieme al maestro e al compagno questi così si diparte. La compagnia raggiunge la marina e si imbarca su una galea, accompagnata da una seconda imbarcazione con a bordo numerosi giovani. Le navi risalgono la penisola italiana, costeggiano le Baleari e superano lo stretto di Gibilterra. Approdati a una terra sconosciuta, il maestro assegna a Ulfo il compito di guidare l'esercito costituito dai ragazzi imbarcati contro schiere di nemici. In tre successive battaglie, il cavaliere riesce a sbaragliarli, a prenderne la capitale e a ucciderne il re. Grazia dunque la regina, ne sposa la figlia, che lo renderà padre, e regna sui territori conquistati. Sono passati vent'anni dalla partenza da Palermo quando Michele Scotto e il compagno, che avevano frattanto chiesto congedo a Ulfo, ricompaiono e chiedono al re di ritornare con loro in Sicilia. Ulfo non vorrebbe abbandonare il regno, la moglie e i figli, anche perché ritiene Federico sia ormai morto e la Sicilia cambiata, ma per gratitudine verso il maestro accetta. Una volta a Palermo, il cavaliere trova la corte ancora riunita in festa e l'imperatore che lo interroga sorpreso sul perché non abbia seguito il maestro. Ulfo racconta dei casi che gli sono occorsi negli ultimi vent'anni, senza essere però preso sul serio. Scotto, non si esprime in proposito, tuttavia rassicura Federico di essere stato servito a dovere da Ulfo. Poi scompare, lasciando il cavaliere, non creduto, a dolersi eternamente per i possedimenti e il bene che ritiene di avere ottenuto e perso di là dal mare.

Personaggi principali

Federico II (imperatore), Michele Scotto (mago), caldeo (compare-comare), Ulfo (cavaliere), nemico, re, re-regina, principe, figlio

Ambientazione

Palermo (città), regno

Datazione dell'ambientazione

1220 - Epoca medievale

Prologo

Presso la brigata giunge il maestro Luigi Marsili, che viene coinvolto nel dibattito seguito al racconto della novella di Melissa in merito alla possibilità che gli uomini si trasformino in animali. Il maestro interviene facendo riferimento all'illusione diabolica. Gli viene allora chiesto di esemplificare meglio la sua spiegazione con un'ulteriore novella. Il maestro accetta e si dispone a raccontare di un famoso mago e di come l'illusione diabolica abbia agito nella vicenda che riporterà.

Epilogo

La brigata ringrazia il maestro Marsili per la novella e si appresta a cenare.

Autore: Giovanni Gherardi da Prato

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1425 - 1446? ca.

Luogo di produzione: Prato

Lingua: volgare

Temi:

magia, battaglia, viaggio

A cura di: Michel Cattaneo