La novella di Ramingo e Cerboneo

Novella appartenente a: Novelle - Novelle dello Pseudo Gentile Sermini 32

Rubrica

Essendo la nobile città di Scio venuta quasi al governo de’ villani et redutta in forma da essere sottomessa, pel buon consiglio di Bonifatio furo privati e villani dello stato et li antichi cittadini fero senza loro sì sancte et optime leggi che a Dio tanto furo grate che la città fu liberata et salse assai più che prima in tranquillo et pacifico stato et e villani ritornaro alla zappa.

Incipit

Due utili e vaghe isole sonno nell’arcipelago, l’una detta Mettelin, signoreggiata da’ greci, e ·ll’altra l’isola di Scio, signoregiata dal nobile casato de’ Maunesi di Genova, e quali, acquistato che hebbero la città di Scio con tutte le castella dell’isola, per buon rispecto et per cautela, quatro de’ da più huomini di ciascuna terra cavaro et nella città tutti ad habitare li ridussero et, fattili cittadini, in poco tempo in tutti li offitii et honore di comuno li missero, e due de’ principali di tutti fecero e signori maunesi di lor consiglio secreto, e quali l’uno Ramingo et l’altro Cerlianco si chiamavano.

Explicit

et per lo buono consiglio di Bonifatio, sempre che visse fu molto dalla signoria et da tutto el Comuno honorato e lui e ’ suoi discendenti sempre poi si chiamaro la casata de’ Buonconsigli,

 

Narratore

Pseudo Gentile Sermini

Trama

Nell’isola greca di Scio, i Maunesi (cioè i membri dell'associazione finanziaria della maona) di Genova, una volta impadronitisi del potere, concedono ampi margini di governo a due villani, Ramingo e Cerboneo, i quali a causa della loro incapacità amministrativa e della loro malizia danneggiano progressivamente i cittadini dell’isola a vantaggio del contado. I disordini continuano finché il signore di Mettelin, Carandino, nemico di Scio, decide di muovere guerra a Scio. La situazione è salvata da un cittadino anziano, Bonifatio, che chiede di ammettere in consiglio soltanto i cittadini di età maggiore ai 25 anni e le cui famiglie fossero vissute in città da almeno un secolo. Bonifatio elenca le malefatte di Ramingo e Cerboneo decretando, oltre all’impossibilità di trovare villani onesti (soprattutto se elevati di rango), la necessità di sottrarre loro l’ingente tesoro dei beni comuni di cui si erano impadroniti disonestamente tramite le entrate e la tassazione dei cittadini. Una volta incarcerati Ramingo e Cerboneo e richiamati dall’esilio i cittadini allontanati dai due villani, l’amministrazione di Scio viene ristrutturata e articolata in modo simile a quella vigente a Siena. Il buon governo, fondato sulla «sancta unione» dei cittadini senza «mescolamento di villani», riesce infine a creare ottimi rapporti tra Scio e Mettelin, nonché a garantire a Bonifatio un’ottima discendenza politica che prende il nome di Buonconsigli.

Personaggi principali

contadino, Maunesi di Genova (nobile), Ramingo (contadino), Cerboneo (contadino), consigliere, Carandino (signore), Bonifatio (cittadino), Buonconsigli (nobile)

Ambientazione

Scio (Chio) (isola), Mettelin (Mitilene) (isola), prigione

Datazione dell'ambientazione

Passato remoto

Generi

novella a lieto fine, racconto morale