Novella della regina di Polonia

Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 42

Dedicatario

Fernando de Givara [de Guevara] Conte di Belcastro

    Rubrica

    La regina de Polonia manda a morire uno suo figliolo, e de uno suo cavaliero se ingravida e parturisce femena; il figliolo per diversi e varii accidenti campa, e, como a figlio, palesata la verità del fatto, fa morire la regina sua matre, e lui, re remasto, piglia la figlia del re de Ungaria e regna nel suo stato.

    Incipit

    Avendo per multi anni la intera vertù de te, magnanimo cavaliero castigliano, cognosciuta, e quella da tua illustre sterpe non digenerare, diliberando una de mei novelle scriverte, non ho voluto si non de materia alta e de gran prìncipi te la mandare [...].

    Explicit

    [...] me tira a racontare un'altra digna e pietosa istoria de uno nostro cavaliero salernitano, quale avendo la sua figliola iustamente a morire mandata, con certi non pensati e strani accidenti venne con l'amante insiemi de la eredità paterna a godere, e 'l fatto con onore e lieto fine fe' termenare.

     

    Narratore

    Masuccio Salernitano

    Trama

    Il re di Polonia Erminio, rimasto vedovo, prende per moglie la sorella del re di Bòsena. Non appena divenuta regina, la donna mette gli occhi addosso a un cavaliere della corte, Domizio. La regina, per blandirlo, confessa all'uomo di essere incinta del re, ma che una volta partorito si libererà del principe, per poi fare in modo di restare gravida dell'amante per far diventare la sua progenie erede al trono. Domizio, pensando di avere la chance che suo figlio arrivi al trono, accetta di diventare amante della regina. Nato il bambino reale, cui è imposto il nome di Andriano, la regina però non ha il coraggio di ucciderlo ed elabora uno stratagemma per salvarlo, di nascosto all'amante. Alla corte di Polonia era rifugiato un cavaliere ungaro bandito con la moglie, Costanza, e il loro figlioletto neonato: la regina chiede a Costanza, per ragioni che non può precisarle, di scambiare i due bambini. La donna acconsente, sperando in un futuro da re per il proprio nato; in breve tempo però la regina fa però uccidere il figlio di Costanza, fingendo che sia accaduto per cause naturali; subito dopo, resta incinta dell'amante Domizio e dopo nove mesi dà alla luce una bimba. Costanza, disperata per il suo lutto, alleva Andriano come un proprio figlio e, quando lei e il marito ottengono di fare ritorno in Ungheria, lo porta con sé. Alla corte ungherese, Costanza diventa levatrice del secondogenito del re: accidentalmente finisce tuttavia per farlo morire nel sonno, e per non far scoprire l'incidente decide di far passare Andriano, suo coetaneo, per l'erede al trono d'Ungheria. Il bambino cresce dunque con il nome di Adoardo. Frattanto, la regina di Polonia, rimasta vedova e mandate a effetto tutte le sue trame, ha cresciuto la figlia di Domizio e intende darla in sposa e concedere il regno al secondogenito del re d'Ungheria, che è appunto Adoardo/Andriano. Il giovane, accompagnato da Costanza e dal marito, giunge in Polonia: giunti a questo punto, per evitare che sposi la sorellastra, Costanza gli svela la sua identità e gli racconta l'intera vicenda. Andriano escogita così di sposare la sorellastra senza consumare il matrimonio, fingendosi indisposto, e intanto prendere possesso del regno. Fa poi catturare la regina di Polonia e Domizio e, dopo averli costretti a una confessione, li mette a morte. Destina la sorellastra innocente a un convento e finisce per prendere in sposa una figlia del re d'Ungheria.

    Personaggi principali

    regina di Polonia (re-regina), Erminio (re), Domizio (cavaliere), Andriano (figlio), marito di Costanza (marito), Costanza (donna), figlio di Costanza (figlio), re di Ungheria (re-regina), regina di Ungheria (re-regina), figlio del re d'Ungheria (figlio), figlia della regina di Polonia (figlio), figlia del re d'Ungheria (figlio)

    Ambientazione

    Polonia (nazione), Ungheria (nazione)

    Datazione dell'ambientazione

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    Generi

    cronaca

    Prologo

    Masuccio, stante la virtù del dedicatario, decide di indirizzargli una novella di materia alta, che parla di principi, per mostrargli le cattive pratiche messe in atto dalle donne in altre nazioni.

    Epilogo

    Masuccio commenta la novella sottolineando come in conclusione abbia trionfato la verità. Introduce dunque la novella successiva.

    Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano

    DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)

    Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476? ca.

    Luogo di produzione: Napoli

    Lingua: volgare

    Temi:

    scambio di persona, omicidio, relazione genitori/figli, tradimento all'interno di rapporti di parentela, eros

    A cura di: Michel Cattaneo