Novella del re di Portogallo e del capitano arabo
Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 46
Rubrica
Lo re de Portugallo piglia in battaglia uno arabo capitanio; la matre, senza altra securitate, con trenta milia doble in campo del re, per redimere il figliolo, [vene]; il re glil dona, da la quale vuole certe condicione; l'arabo nol vuole promettere; il re gli dona con gli dinari insiemi intera libertà; l'arabo, per gratitudine, il vene a servire in campo in nova stagione con grandissimo esercito a le sue spese.
Incipit
Dopo che singulari tra' magnanimi e liberali divi, e meritamente, essere ascritto, eccellentissimo signor mio, dovendo io de magnificencie il cominciato vertuoso camino continuare e finire, e una de mei novelle a te, che l'Onorato nome hai con le proprie vertute illustrato, intitulare, me pare assai devuta cosa [...].
Explicit
E io, da la strata de vertute non togliendome, sequerò con altro vertuoso, iusto e alquanto severo regale gesto, digno de gran memoria, che non meno che gli racontati se deve e può digno de memoria fare.
Narratore
Masuccio Salernitano
Trama
Alfonso re di Portogallo sta dando assedio alla città di Arzil. Avverso a lui, il re di Fes invia un valente capitano, Molefes. L'esercito arabo viene però sbaragliato e lo stesso Molefes ferito e fatto prigioniero. Alfonso delibera di tenerlo, pur con tutti gli onori, carcerato, risoluto a non recedere dal suo proposito, rifiutando perfino la richiesta del re di Fes di rimetterlo in libertà intascando un ricchissimo riscatto. Saputo ciò, la madre del capitano decide di recarsi personalmente presso Alfonso e chiedere la liberazione del figlio in cambio di trenta mila doble, dando prova di grande coraggio e fermezza. Il re, ammirato dalla forza d'animo e dalla prudenza della donna, accetta di liberare Molefes, impegnandolo comunque a non prendere le armi contro di lui e anzi a prestargli servizio in battaglia: Molefes, però, afferma di essere anzitutto obbligato a sottostare alla propria legge e di non poter promettere tanto al re di Portogallo; dunque, o lo lascerà andare senza alcuna condizione, oppure lui preferirà restare suo prigioniero piuttosto che fargli una promessa che sa di non poter mantenere. Re Alfonso è ammirato da tanta onestà: madre e il figlio vengono così congedati con ricchi doni e senza condizioni. Al loro ritorno, gli arabi sono meravigliati dalla liberalità di Alfonso, cui Molefes successivamente si unisce spontaneamente con i suoi uomini in perenne amicizia.
Personaggi principali
Alfonso V di Portogallo (re), re di Fes (re), Molefes (capitano), madre
Ambientazione
Arzil (città)
Datazione dell'ambientazione
1458 ca. - 1460? ca. - Passato prossimo
Prologo
Masuccio sostiene di non potere che indirizzare al dedicatario, che ha nome Onorato, una novella che tratti di virtù. Lo invita poi a commentare il racconto.
Epilogo
Masuccio loda la madre del capitano, benché donna, il re Alfonso e lascia ad altri giudicare l'alto valore di Molefes, Introduce dunque la novella seguente.
Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano
DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476/1477 ca.
Luogo di produzione: Napoli
Lingua: volgareTemi:
guerra, assedio, coraggio, gratitudine, liberalità, relazione genitori/figli
A cura di: Michel Cattaneo