La novella di Astorgio e Salvatore da la Lama
Novella appartenente a: Novelle porretane - Porretane 23
Rubrica
Miser Astore, signor de Faenza, dona uno merlo a miser Salvatore da la Lama; poi cum gran piacere nel mezo la piaza a le meretrice glielo fa rubare, e dipoi li dona uno bello cavallo.
Incipit
Giobiadì, dignissimi gentilomini, per el conte Ercule Bentivoglio se narrò il piacevole caso del nostro canonico miser Salvatore da la Lama per lo inamoramento de la mulla; dove alora, essendo svigliato, vòlsi dirne un altro de li suoi: ma, avendo reverenzia a tutti vui, che a mi seti observandissimi magiori, el pretermisi, lassando dire a chi prima di me incominciava.
Explicit
Doppo fu cum assai piacere enteso la breve novella, caro signor mio, uno nostro facundo e reverendo canonico e doctore, uomo de aspecto, de animo e de eximia virtù valoroso molto, nominato miser Domenico de Albergati (famiglia per antiquitate, per gloria militare, per dignità cardinala e per qualunca umana onoranza de summa reverenzia degna) e al conte caro e onorato parente, essendo in cerchio opposito al doctore Bentivoglio, cum organizante voce, essendo pregato, cussì urbanamente dixe.
Narratore
Giovanni Sabadino degli Arienti
Trama
Astorgio II, signore di Faenza, dopo la cacciata dei fiorentini decide di organizzare una burla ai danni del canonico Salvatore da la Lama. Accordatosi con alcune meretrici, Astorgio decide di offrire in dono al canonico il merlo di proprietà del bordello. Mentre Salvatore torna a casa propria con l'animale, viene così assalito dalle prostitute che lo accusano di furto, sottraendogli il merlo. Dopo avere richiamato a corte Salvatore, Astorgio, tra le risa, rivela all'indignato canonico la beffa ma decide di ricompensarlo sia con un invito a pranzo e a cena sia donandogli un cavallo.
Personaggi principali
Astorgio II (signore), Salvatore da la Lama (prete), uccello
Ambientazione
Faenza (città), Faenza (piazza), Faenza (palazzo)
Datazione dell'ambientazione
Passato prossimo
Generi
novella a lieto fine, novella comica
Prologo
Matteo Bentivoglio da Faenza decide di raccontare una beffa architettata da Astorgio II, signore di Faenza, ai danni del canonico Salvatore de la Lama, protagonista della novella narrata da Ercole Bentivoglio.
Epilogo
Tra le risate della brigata prende parola Domenico Albergati.
Autore: Giovanni Sabadino degli Arienti
DBI: Ghinassi G., "degli Arienti, Giovanni Sabadino", vol. 4 (1962)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1470 ca. - 1492 ca.
Luogo di produzione: Bologna
Lingua: volgareTemi:
beffa, premio, relazione gerarchica signore/sottoposto
A cura di: Elena Niccolai