La novella di Francesco Sforza

Novella appartenente a: Novelle porretane - Porretane 26

Rubrica

El duca de Milano se fa condure de nocte una giovane amata da lui, e la duchessa se ne acorge; dove in luoco de l'amata epsa se fa travestita menare al duca, il quale, vedendose ingannato, a benefcio de la giovene e contento de la duchessa virtuosamente lassa l'impresa.

Incipit

E conte Francesco, figliuolo de Sforza da Cotignola, prestantissimo conte e vui dulcissima compagnia, fu principe, como sapete, al quale né la natura né la fortuna volseno in alcuna cosa mancare.

Explicit

— Magnifico conte, prestantissimi gentilomini e vui bellissime madonne, poiché nui siamo entrati in ragionamenti de effecti de principi, me piace narrarve come uno già de li marchesi da Este prudentemente morse la insolenzia de uno suo caro camariero: ché, intendendolo, non meno de laude el judicarete che l'audita temperanzia del principe milanese —. E cusì incominciò.

 

Narratore

Giovanni Sabadino degli Arienti

Trama

Il duca di Milano, Francesco Sforza, pur essendo virtuosissimo, si innamora perdutamente di una giovane di Bologna, che il narratore non nomina per premura. Nonostante l’incontro tra i due sia già predisposto presso il castello di Pavia, la duchessa, accortasi dell’inganno, impedisce che la giovane incontri il marito: al suo posto, si presenta al cospetto del consorte col volto coperto e travestita con gli abiti della giovane. La duchessa si rivela dunque al duca al quale infine, per pietà dei moti d’amore incontrollabili ch’egli prova, concede di giacere con la giovane. Tuttavia, malgrado la benedizione della consorte, il duca, impressionato dalle virtù della duchessa, decide di restarle fedele.

Personaggi principali

Francesco Sforza (signore), moglie, giovane

Ambientazione

Pavia (città), castello

Datazione dell'ambientazione

1401 ca. - 1466 ca. - Passato prossimo

Generi

novella a lieto fine, racconto morale

Epilogo

La brigata si riunisce per scegliere chi tra i due consorti dimostri maggiore virtù: se sia da premiare la pietà della duchessa o la temperanza del duca. Sebbene dapprima si propenda per quest’ultima, la brigata, e soprattutto le «savie donne», sanciscono infine che debba essere la pietà della duchessa ad aggiudicarsi il premio ricordando l’esempio offerto dalla compassione di Emilia per Scipione Africano. Prende dunque parola Bartolomeo di Mazoli che dichiara di voler continuare a trattare di principi narrando una novella sul marchese d’Este.

Autore: Giovanni Sabadino degli Arienti

DBI: Ghinassi G., "degli Arienti, Giovanni Sabadino", vol. 4 (1962)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1470 ca. - 1492 ca.

Luogo di produzione: Bologna

Lingua: volgare

Temi:

formazione, giustizia, lussuria, gratitudine, lealtà, relazione gerarchica signore/sottoposto, gratitudine in amore, infedeltà in amore, matrimonio

A cura di: Elena Niccolai