Novella di Federico Barbarossa

Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 49

Rubrica

Frederico Barbarosso, travestito, anda a la casa santa; e dal papa sentito, fa retraere la sua figura e la manda al soldano, per la quale Frederico è priso; il soldano, donandoli libertà, vole cinquecento milia ducati; lassali il corpo de Cristo in pigno e se ne retorna; manda il promisso dinaro; il soldano, da tale vertù tirato, gli lo remanda; raffermano tra loro amicicia, e lo imperatore caccia il papa da Roma.

Incipit

Quanto dagli antiqui gesti per vetustà de tempi semo fatti da longi, eccellente e strenuo signore mio, tanto più il racontare de quelli a' novi ascoltanti deveno parere estrani e peregrini.

Explicit

E io con un'altra mirabile vertù le passate accompagnando, al mio Novellino, como longamente ho disiderato, darò l'ultimo e piacevile conviato.

 

Narratore

Masuccio Salernitano

Trama

Federico Barbarossa, desideroso di visitare il Santo Sepolcro, si dispone a farlo camuffato, di modo da non essere riconosciuto. La notizia giunge al papa Alessandro IV, suo nemico, il quale escogita di farlo catturare dagli infedeli. Incarica quindi un pittore di eseguire un ritratto del Barbarossa, che viene poi consegnato da un messo al sultano di Babilonia, di modo che l'imperatore, benché travestito, possa essere riconosciuto; al sultano viene inoltre fatto credere che Federico giunga in Terra Santa per conquistarla e tiranneggiarla. Il piano va ad effetto: il Barbarossa, in Alessandria, è condotto al cospetto del sultano, che lo interroga sulle vere ragioni del suo viaggio. Federico sostiene di essere mosso da ragioni spirituali e il sultano, riconosciuta la sua sincerità, decide di liberarlo, in cambio di una compensazione per le spese sostenute per armarsi in vista della sua immaginata invasione e prenderlo prigioniero. Il Barbarossa accetta di pagare una volta fatto ritorno a casa e lascia in pegno quanto di più caro può avere: un'ostia consacrata per l'occasione. Tornato nei suoi possedimenti, Federico invia la somma pattuita e il sultano, colpito dalla sua virtù e dalla sua fede, non solo rimanda l'ostia, ma anche il denaro e invia presso quello che ormai considera un amico ricchi doni e suo figlio, affinché venga istruito. Il Barbarossa provvede poi a vendicarsi dal papa, cacciato da Roma e ridotto a un povero prete del contado.

Personaggi principali

Federico Barbarossa (imperatore), Alessandro IV (papa), pittore, messaggero, di Babilonia (sultano), figlio

Ambientazione

Terra Santa (---), Alessandria d'Egitto (città)

Datazione dell'ambientazione

1156 ca. - ---

Generi

aneddoto storico

Prologo

Masuccio ragiona sugli effetti del raccontare storie antiche e indirizza la novella al dedicatario.

Epilogo

Masuccio commenta il comportamento del papa paragonandolo a quello, altrettanto abietto, dei religiosi del suo tempo.

Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano

DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476? ca.

Luogo di produzione: Napoli

Lingua: volgare

Temi:

travestimento, prigionia, viaggio, virtù, fede, gratitudine, amicizia

A cura di: Michel Cattaneo