La novella di Niccolò d'Este

Novella appartenente a: Novelle porretane - Porretane 27

Rubrica

Uno camariero del principe Nicolò, marchese da Este, adimanda a epso principe il faza cavaliero; e questa dignità essendoli negata, li adimanda l'arma sua: unde cum morale exemplo gli è donato uno capo de aglio, e poi diventa religioso certosino.

Incipit

Poi che la illustre e dolce memoria de Nicolò, marchese da Este, patre del presente duca Ercule Estense, mediante le strenue force de Sforza da Cutignola, suo capitanio de armati, ebbe exterminato cum supplicio condegno Otobon Terzo, perfido e iniquo tiranno, vivendo in stato pacifico e quieto, come è costume de sua prosapia, se delectava tenere al suo servicio omini d'ogni etate, d'aspecto, de costumi e de virtù dotati: cosa laudatissima e de gloria in uno principe.

Explicit

Pertanto, avendo nui inteso la insolenzia del camariero, son svigliato recitarve la presumptione e temerità de uno reale cavaliero de Franza, sequita per libidinoso effecto, che fu più vituperevole e damnosa che quella audito abiamo, quantunque poi ne succedesse effecti de eterna memoria degni, come intendereti. E state a udire, ché forsi simil cosa non audisti mai —. E cusì incominciò.

 

Narratore

Giovanni Sabadino degli Arienti

Trama

Un cameriere di Niccolò III, signore di Ferrara, ambisce con arroganza a divenire cavaliere senza averne né il merito necessario né una genealogia consona. Nonostante le spiegazioni premurose del marchese, il cameriere insiste chiedendo al signore le sue armi. Niccolò III decide dunque di punirlo pubblicamente durante la festa del patrono di Ferrara, San Giorgio, offrendogli delle armi su cui è disegnato un aglio e la personificazione della Virtù che si tappa il naso. Per la vergogna, il cameriere diviene frate.

Personaggi principali

Niccolo III d'Este (signore), contadino, frate, degli Arienti (nobile)

Ambientazione

Ferrara (città), via Grande (città), Bondeno (villaggio)

Datazione dell'ambientazione

1383 ca. - 1441 ca. - Passato prossimo

Generi

racconto morale

Epilogo

La brigata si interroga sul significato della frase con la quale Niccolò III risponde al cameriere stupito dall’offerta dello scudo con l’aglio, ovvero: «Quando averai digestito questo aglio averai da me ciò che desideri». La brigata stabilisce infine che il significato consiste nell’impossibilità di uscire dalla propria estrazione sociale di partenza. Andrea Bentivogli ricorda poi l’omicidio di Antongaleazzo Bentivogli e sottolinea il bisogno di rigore e di buone virtù per divenire cavaliere in controtendenza a quanto accade. Decide così di raccontare una novella a proposito della presunzione di un cavaliere francese.

Autore: Giovanni Sabadino degli Arienti

DBI: Ghinassi G., "degli Arienti, Giovanni Sabadino", vol. 4 (1962)

Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1470 ca. - 1492

Luogo di produzione: Bologna

Lingua: volgare

Temi:

stupidità, superbia, vanagloria, liberalità, relazione gerarchica signore/sottoposto

A cura di: Elena Niccolai