Novella del dottore bolognese e dei due bari

Novella appartenente a: Il Novellino - Novellino 17

Dedicatario

cardinale napoletano

    Rubrica

    Un dottore legista ne manda una coppa in casa; dui barri se ne accorgeno; l'uno va con un pesce a la muglie, che 'l fazza apparicchiare per lo marito, e da sua parte li cerca la coppa; lei gli la dà, torna il dottore in casa, trova la coppa perduta, va per recoverarla; l'altro barro va in casa, e dice la coppa esser trovata, e che mande il pesce; la muglie sel crede e dàgli il pesce; e' con lo compagno se trova, e se godeno de la beffa e del guadagno.

    Incipit

    Se ogne ragione, reverendissimo monsignore, vole e costrenge coloro i quali voluntariamente prometteno a dovere a' loro creditori satisfare [...]-

    Explicit

    [...] la prossima sequente novella ce ne renderà aperto testimonio.

     

    Narratore

    Masuccio Salernitano

    Trama

    Il dottore in legge Floriano da Castel San Piero ha commissionato a degli argentieri una coppa finemente lavorata: al momento di ritirarla, chiede gli sia consegnata a casa. Due giovani bari romani, Liello de Cecco e Andreuccio da Vallemontone, di passaggio per Bologna, vedono la coppa d'argento e decidono di impadronirsene: Liello compra allora una grossa lampreda e, bussato alla porta di casa di Floriano, fa credere a sua moglie che sia il dottore a mandare il pesce affinché venga cucinato per pranzo, quando egli verrà a desinare con dei colleghi; Floriano chiederebbe inoltre che la coppa d'argento fosse rimandata alla bottega per un errore nella pesatura. Liello può così andarsene con la coppa e rifugiare presso un amico priore a San Michele in Bosco. Rincasando, Floriano scopre l'inganno e, infuriato con la moglie, si mette alla ricerca della coppa. Andreuccio, desideroso di rifarsi del denaro speso per il pesce, ha così modo di beffare una seconda volta la moglie del dottore, andando a raccontarle che Floriano avrebbe ritrovato la coppa e vorrebbe ora gli fosse mandato il pranzo cucinato per goderne insieme agli amici. Andreuccio raggiunge quindi Liello e il priore, gustando il lauto pasto e vendendo poi la coppa, mentre Floriano e la moglie restano a dolersi.

    Personaggi principali

    Floriano da Castel San Piero (dottore), Liello de Cecco (giovane), Andreuccio da Vallemontone (giovane), moglie, prete

    Ambientazione

    Bologna (città), San Michele in Bosco (convento)

    Datazione dell'ambientazione

    Passato prossimo

    Generi

    cronaca

    Prologo

    Masuccio, debitore di una novella al dedicatario, intende pagare il suo debito con questa, nella quale un dottore legista che, pur avendo insegnato a tanti studenti il senno, non è stato in grado di evitare che sua moglie fosse ingannata.

    Epilogo

    Masuccio invita a riflettere sul grande rischio corso, in maniera a suo modo lodevole, dai due ingannatori per ottenere un piccolo guadagno, diversamente dai frati minori di cui nella novella seguente, che solo con le parole conseguono un grande profitto.

    Autore: Tommaso Guardati Masuccio Salernitano

    DBI: F. De Propris, "Guardati, Tommaso", vol. 60 (2003)

    Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1476? ca.

    Luogo di produzione: Napoli

    Lingua: volgare

    Temi:

    furto, beffa, arricchimento, impoverimento, avarizia

    A cura di: Michel Cattaneo