Novella di madonna Zenobia de’ Buonvisi
Novella appartenente a: Vari componimenti - Vari componimenti, Novelle 1
Rubrica
In questa novella si tratta d’un sottile avedimento d’una bella donna per fuggire un inganno apparecchiatole da importuno amante. Vedesi ancora quanto possa l’altrui bellezze, quanto possano i doni per corrumpere gli animi e mostrasi l’origine d’uno antico proverbio.
Incipit
Madonna Zenobia de’ Buonvisi di Lucca fu ne’ suoi tempi la più bella donna che si potesse in que’ giorni ritrovare, e tanta fu la fama della sua bellezza congiunta con infinita leggiadria, che da ogni parte d’Europa venivano a squadre nobili e valorosi cavalieri, non solo per vederla, ma per godere ancora de’ suoi abbracciamenti, se la buona fortuna favorevole e benigna fosse lor stata.
Explicit
Sparsesi cotesto proverbio per tutta Italia e fu molto commendata dalle savie donne la virtù e la viril prontezza di questa gentil madonna, poi che con sì dolce inganno si levò dalle mani dell’importuno amante.
Trama
La bellezza di madonna Zenobia de’ Buonvisi attira a Lucca molti gentiluomini, tra i quali un fiorentino, Agnolo degli Aldemari, che, trasferitosi in città, comincia a dimostrarsi liberale e cortese al solo scopo di ottenere da Girolamo Buonvisi la mano della figlia. Dopo qualche tempo, accortosi che la sua fama si è sparsa per tutta la Toscana, fa chiedere in sposa Zenobia per tramite di Pietro Burlamacchi, ma Girolamo rifiuta, poiché sa che il pretendente è un usuraio. Per non offenderlo, spiega di dover attendere l’arrivo di uno zio dall’Inghilterra. Dopo un po’, su consiglio di Susanna Turchi, Girolamo dà la figlia in moglie a un giovane benestante, Pandaro Gigli. Zenobia vive felice, mentre Agnolo, tramutato l’amore in odio, giura di tentare di tutto pur di avere la giovane. La sorellastra di Pandaro, Tebaldina, un po’ più anziana e nubile, vive accanto alla coppia di novelli sposi ed è solita frequentare Zenobia, per cui Agnolo la avvicina con doni e lusinghe. La donna gli suggerisce un piano perché egli possa avere Zenobia: gli spiega che, dopo pranzo, la cognata è solita andare a trovarla, riposando poi in una camera da letto al piano terreno. Propone perciò ad Agnolo di nascondersi l’indomani mattina nella stanza e di aspettare l’arrivo della giovane. L’uomo, soddisfatto per il piano, accetta e la mattina seguente si nasconde nella camera da letto in casa di Tebaldina. All’ora stabilita arriva anche Zenobia. Dopo essersi chiusa nella stanza, la giovane si sente afferrare per le vesti e, resasi conto di essere sola con Agnolo, si finge felice: gli spiega che, stando a quanto le aveva detto la cognata, lo aspettava per il giorno seguente; è comunque tanto felice che non tarderà ad accontentarlo, ma prima vuole dare ordini alla sua cameriera se il marito dovesse cercarla. Per convincerlo della sua buona fede, si toglie le scarpe. Agnolo le crede e si nasconde dietro le cortine del letto mentre lei esce, per non farsi vedere da nessuno. Una volta fuori dalla camera, Zenobia ordina alle cameriere di recuperare le sue scarpe nella stanza, liberandosi così del corteggiatore e preservando al contempo il proprio onore. Smette poi di frequentare la cognata e la fa cacciare di casa. Da canto suo Agnolo, consapevole di essere stato ingannato, si adira e arriva quasi ad impazzire per il dolore, tanto che a ogni persona che incontra dice: «Imparate, fratelli, che oggi è meglio l’uovo che domani la gallina». Il proverbio si diffonde in tutta Italia, consacrando l’ingegnosità di Zenobia.
Personaggi principali
Zenobia de’ Buonvisi (giovane), Agnolo degli Aldemari (fiorentino), Girolamo Buonvisi (padre), Pandaro Gigli (marito), Tebaldina (gentildonna), servitore, Pietro Burlamacchi (gentiluomo), Susanna Turchi (gentildonna)
Ambientazione
Lucca (città), casa di Tebadina (casa)
Datazione dell'ambientazione
---
Generi
esempio, novella a lieto fine
Epilogo
Le donne venute a conoscenza della vicenda e del relativo proverbio lodano la virtù e la prontezza di Zenobia, che è riuscita a liberarsi del corteggiatore importuno con un brillante inganno.
Autore: Ortensio Lando
DBI: Adorni Braccesi S. - Ragagli S., "Lando, Ortensio", vol. 63 (2004)
Periodo di composizione/ data di pubblicazione: 1552
Luogo di produzione: Venezia
Lingua: volgareTemi:
conflitti uomo/donna, beffa, conflitto fisico individuale, punizione, ira, lussuria, virtù, ingegno, onore, amore, eros, matrimonio
A cura di: Flavia Palma